Continuiamo a parlare della situazione ambigua che sta coinvolgendo gli Emirati Arabi in questi ultimi giorni: questi ultimi, infatti, sono diventati porto sicuro degli oligarchi russi dopo le sanzioni. Per la prima parte dell’articolo, leggi qui.
La partita decisiva rimane quella del petrolio, l’oro nero grazie al quale si è assistito allo sviluppo miliardario dei Paesi mediorientali. Finché il barile di greggio resta sopra i 110, dollari Putin continuerà ad incassare quanto basta per finanziare la sua guerra. La Russia è stata in grado di costruire negli anni un rapporto ottimo con l’Opec (l’Organizzazione dei Paesi che estraggono, lavorano ed esportano il petrolio).
Emirati e Arabia Saudita potrebbero creare grosse difficoltà al capo del Cremlino se soltanto volessero aumentare la produzione e, quindi, far calare i prezzi. Sono, infatti, le uniche due nazioni con un’ampia capacità produttiva ancora in parte inutilizzata. Il braccio di ferro in seno all’Opec indica che Putin è stato abile nel tessere le fila delle sue alleanze internazionali.
La Russia sta, dunque, semplicemente raccogliendo i frutti di quanto realizzato in campo diplomatico e internazionale negli ultimi anni. Da queste parti, Mosca è rispettata grazie al ruolo militare svolto nell’area.
Gli Emirati sono al momento oggetto di una forte pressione da parte del presidente degli Stati Uniti Joe Biden e sembrano disponibili ad accontentare per una volta l’America; negli ultimi giorni si sono smarcati dai loro cugini sauditi e si sono espressi a favore di un incremento dell’estrazione di greggio.
Questo sarebbe un duro colpo per la Russia, ben più significativo del simbolico embargo americano che, al momento, sta avendo forti ripercussioni solamente sul commercio internazionale, con pesanti ricadute in diversi ambiti dell’economia occidentale.
Quel che è certo, al momento, è che i russi vedono i Paesi del Golfo Persico come veri paradisi fiscali, e come biasimarli: gli EAU mantengono, infatti, anche ora il loro primato mondiale quali Paesi dall’economia più florida.
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