Home Dubai Vantaggi Dubai DUBAI SDOGANA LA LICENZA PER LE CRIPTOVALUTE – PARTE II

DUBAI SDOGANA LA LICENZA PER LE CRIPTOVALUTE – PARTE II

Come anticipato nell’articolo precedente, a Dubai è di recente stata introdotta la licenza sulle criptovalute.

Ma vediamo come cambiano le cose.

Chi controllerà? La VARA (Virtual Assets Regulatory Authority) di Dubai

Il governo degli UAE ha individuato un’Autorità con il preciso compito di tutelare la cryptomoneta, la VARA (Virtual Assets Regulatory Authority). Questi i suoi compiti:

  • organizzare, emettere e fare trading con asset e token virtuali;
  • organizzare e autorizzare i provider di servizi legati agli asset virtuali;
  • assicurare alti standard di protezione agli utenti e ai loro dati personali;
  • organizzare l’operatività delle piattaforme per gli asset virtuali;
  • monitorare le transazioni per prevenire la manipolazione del mercato.

La VARA provvederà a controllare e autorizzare le piattaforme e gli exchange che offrono cryptovalute, asset virtuali e scambi anche con altre monete, con coloro che propongono servizi di custodia, piattaforme e servizi che provvedono a management e trasferimenti.

Da quando a Dubai è diventata effettiva la notizia di sdoganamento della licenza che riguarda l’operatività delle cryptovalute, molti esercenti, società, investitori si stanno organizzando per poter vendere servizi e prodotti anche attraverso le monete digitali.

Cryptovalute: cosa c’è da sapere

A questo punto, la questione risulta più spinosa di quanto sembri: entrare nel mondo delle cryptovalute, infatti, non significa poter aprire una società che riesca facilmente ad aggirare i regolamenti fiscali, tutt’altro. 

Per poter avere accesso ai vari “wallet” bisogna necessariamente avere un conto corrente bancario negli Emirati Arabi Uniti.

Se da una parte è vero che Dubai ha sdoganato il mondo delle monete digitali, dall’altra gli istituti di credito convenzionali ancora non vedono di buon occhio questo conio di nuova introduzione, del tutto parallelo al sistema bancario, tanto da averlo inserita nella black list.

Non rimane, dunque, che affidarsi a un consulente esperto, che provvederà a creare la storicità della società e, soprattutto, una solida relazione con l’istituto di credito. A quel punto, la banca avrà abbastanza materiale per decidere di assumersi la sua percentuale di rischi e iniziare un rapporto fiduciario.

Per approfondire il tema, leggi !