Ogni business ha bisogno di costanza, dedizione e investimenti, sia di tempo che di denaro. Un’idea non diventa un successo dall’oggi al domani, non bisogna aspettarsi di ottenere grandi risultati fin da subito o anche solo di rientrare nei costi. Ma se un’idea è valida, è come un diamante grezzo: se si spende il giusto tempo a pulirlo e a tagliarlo, il suo valore sarà enorme.
Oggi vi presentiamo la storia di successo di un altro giovane che ha deciso di investire nelle sue idee sfruttando a pieno il potenziale del digitale.
Padovano di nascita ma cosmopolita per vocazione, Paolo De Nadai a 28 anni ha visitato più di 60 Paesi del mondo, alla ricerca di intuizioni e creatività: un percorso all’insegna della curiosità per riuscire a inventare la sua strada. È con questo spirito che nasce la sua prima startup, ScuolaZoo, fondata ad appena 19 anni, che combina un’anima “Scuola” amante dell’ordine logico delle cose (lo stesso ordine mentale e pratico che lo ha portato a vincere le Olimpiadi di matematica) con quella “Zoo” amante della creatività e dell’ironia. Una combinazione che da quasi 10 anni accompagna gli studenti italiani. In realtà, Paolo ha fondato ScuolaZoo per denunciare un professore che si era addormentato durante i suoi esami di maturità. Fra i primi startupper d’Italia quando ancora le startup non erano una moda, Paolo fonda successivamente SGTour (oggi Travel4Target) e ZooCom: viaggi e comunicazione per i Millennial. Oggi come quando ha cominciato il suo obiettivo è mettere le nuove generazioni al centro, focus che si traduce in un impegno concreto e di successo: oltre 4 milioni di ragazzi seguono i social di ScuolaZoo, migliaia di loro partono ogni anno con la community di viaggi WeRoad, altra idea vincente.
Due anni fa è nata OneDay Group, la business factory che aiuta giovani imprenditori digitali d’Italia ad affermarsi sul mercato, seguendo il principio scout di «lasciare il mondo un po’ migliore di quanto non lo si abbia trovato». Un contatto quotidiano con studenti, giovani imprenditori e futuri professionisti. Tant’è che l’età media dei collaboratori di OneDay è di 30 anni. Da qui la rubrica che racconta come la GenZ cerchi di realizzarsi da sola in un’Italia che stenta a stare al suo passo.