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PANORAMICA PARTE I: DUBAI

Grattacieli futuristici, quartieri finanziari in continua fibrillazione, infrastrutture moderne, un forte lavoro promozionale volto a presentare la città come faro e oasi felice della Penisola Araba e del Golfo Persico: il modello di sviluppo di Dubai è emblematico per capire i trend che animano le moderne città globali. Costruite con l’ottica di edificare capitali fuori dal proprio tempo e dal proprio spazio, hub della globalizzazione in grado di diventare polmoni pulsanti degli scambi finanziari, dell’innovazione, dell’attrattività per il capitale umano, del turismo di lusso. Città-Stato o città avulse dalla loro realtà, dal loro contesto storico, estraniatesi nella bolla della modernità per agganciarsi a cambiamenti divenuti strutturali e sistemici.

Dubai: la perla del Golfo Persico

Questo vale, in particolar modo, per Dubai, la città degli Emirati Arabi Uniti, erede di un piccolo e sperduto villaggio abitato solo da pescatori di perle e cresciuto come centro commerciale tra l’Arabia, cuore degli interessi britannici in Medio Oriente, e l’Iran, agli inizi del XX secolo. Dubai, impegnata in un perenne dualismo con la rivale Abu Dhabi, trasformata definitivamente dalla scoperta del petrolio e dal ritrovamento di una concordia tra i vari emirati della regione e dalla scelta del primo sovrano degli Emirati unificati e indipendenti dalla Gran Bretagna, Zayed bin Sultan Al Nahyan, di diversificare i ricavi del petrolio con la creazione del fondo sovrano nazionale nel 1976.

Dubai: l’evoluzione

La crescita di Dubai viene quindi da lontano e, seppur nella sostanziale natura apolide della città globale, ha in un certo senso premiato un pensiero strategico dei leader emiratini che hanno saputo investire per diversificare le prospettive dell’economia. In un certo senso, l’esperienza di città portuale ha aiutato Dubai a essere recettiva ai rischi dalla dipendenza da un solo settore per l’economia; infatti, anche dopo il momento di euforia esploso a seguito della scoperta dei primi pozzi di petrolio nel 1966 il bilancio della città non è mai stato completamente egemonizzato dalle risorse naturali. Certo, in alcuni momenti, gas e petrolio hanno contribuito per il 50% al Pil e alle entrate, una cifra considerevole ma comunque inferiore ai picchi di oltre il 90% registrati da economie come quelle di Arabia Saudita e Qatar. Oggi, gas e petrolio contano per meno dell’1% dell’economia di Dubai, dominata da finanza, turismo, real estate, commercio, alta tecnologia, servizi consulenziali. Dubai presenta i più lussuosi hotel del Medio Oriente, il maggior numero di grattacieli al mondo dopo New York e Hong Kong, l’edificio più alto del pianeta ed è abitata da oltre 3 milioni di persone.